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25 APRILE - PER LIBERARCI DEI FASCISTI LIBERIAMOCI DAI PADRONI

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Il fascismo nacque storicamente per la volonta' degli industriali e dei proprietari agrari di contrastare quel grande movimento operaio e contadino sviluppatosi in Italia negli anni 1919-20, sull'onda della rivoluzione bolscevica in Russia, e che viene ricordato come “Biennio Rosso”.
Non a caso i bersagli delle squadracce fasciste furono le Case del Popolo, le fabbriche occupate, le cooperative di lavoratori e tra i primi provvedimenti del governo fascista ci fu l'abolizione dei sindacati e poi la messa in clandestinita' del Partito comunista.
I lavoratori dovevano piegare la testa davanti ai padroni e prepararsi a diventare carne da macello per l`imperialismo capitalista.


Oggi il fascismo rinasce, non solo nelle sue forme nostalgiche e caricaturali; rinasce nella societa' sotto forma di disprezzo, disinteresse, rabbia e violenza verso l'altro, di incapacita' di empatia e solidarieta', di lotta tra e contro i poveri.

Il fascismo rinasce nella violenza ormai insita nei rapporti di lavoro, nella paura costante di perdere il posto, nella precarieta' come condizione generalizzata di vita, nella competizione sfrenata tra gli individui.
Il fascismo rinasce nella violenza di una societa' di disperati senza prospettive, nelle code negli ospedali sovraffollati e con carenza di organico, nelle liste di attesa interminabili se non ci si puo' permettere di pagare.
Rinasce nelle periferie abbandonate a se stesse, nei quartieri dormitorio trasformati in ghetti per poveri, dove la solidarieta' popolare ha lasciato il posto alla lotta per la sopravvivenza.
Il fascismo rinasce nella difficolta' ad accedere ai servizi sociali, alle case popolari, a quel minimo sindacale di aiuto da parte della societa' che davamo per scontato alcuni anni fa e del quale siamo stati defraudati in nome del dogma liberista:
«Non esistono pasti gratis!»

Se vogliamo combattere questo «fascismo», magari inconsapevole («Non sono fascista-razzista ma...»), e' necessario che all'anti-fascismo militante e istituzionale si affianchi la lotta di classe: per un lavoro e un salario dignitoso per tutti, per la sicurezza e la stabilita' lavorativa, per il diritto alla casa e a cure mediche gratuite, universali e di qualita', per servizi sociali e alla persona tempestivi, mirati e assicurati a chiunque ne abbia bisogno.

Chi parla di antifascismo e nello stesso tempo lede questi diritti, a partire da quelli dei lavoratori, e' complice del suo ritorno.