BASTA SALARI DA FAME - A ROVATO (BS) UN'INIZIATIVA CON MARTA FANA E IL COMITATO FUTURO IVECO

Nella presentazione del proprio Piano Triennale di Offerta Formativa (PTOF) il Liceo Classico statale di Brescia introduce, come ormai d’abitudine per queste ‘offerte’, gli elementi opportuni per un marketing scolastico volto a raccogliere iscrizioni: 1) pochi immigrati, 2)buona fama, 3) provenienza degli studenti dalla classe dirigente cittadina che garantirebbe ‘ricchezza di stimoli’ 4) continuità nel tempo con questa alta genealogia.
In questa ingenua rappresentazione commerciale, ad opera più di un battitore d’asta che di un educatore, c’è la valorizzazione di tutti quegli elementi che formativi non sono: la garanzia di una appartenenza ad una classe sociale dominante da cui sono esclusi i corpi estranei di altra classe sociale e di altra razza. Si garantisce cioè qull’elemento di marketing di sicura presa nelle televendite: l’esclusività.
Come insinuare in questo misero contesto intellettuale che gli elementi che hanno reso valida nel tempo quell’istituzione scolastica sono quelli non offerti nella ‘brochure’: una cultura umanistica ampia e severa, la capacità di elaborazione che avveniva di concerto con i fermenti sociali e culturali che si andavano incontrando, un interclassismo sostanziale che deve contraddistinguere ogni istituto scolastico e sopattutto quelli dell’obbligo orientandosi sul merito più che sulla provenienza famigliare? Sono queste premesse le uniche che possono garantire la ‘ricchezza di stimoli’ vantata nel PTOF, in totale entitesi con l’esclusività.
Ci permettiamo così un modesto insegnamento ai ‘fruitori del servizio scolastico’, agli studenti:
QUANDO LA SCUOLA DIVIENE MERCATO IL MERCATO DIVIENE SCUOLA
E la scuola diventa classista, razzista e ignorante.
Lamberto Lombardi
SEGRETARIO PROVINCIALE PCI BRESCIA
ex Studente Liceo Classico Arnaldo, BS
C’è qualcosa di inquietante nella vicenda Arcelor Mittal (ex ILVA) di Taranto. Adesso la nuova proprietà recede dall’accordo. La giustificazione primaria è che è stata tolta l’immunità penale. Ma non c’è solo questo perché altre sono le cause che hanno portato al recesso da parte della multinazionale indiana alla quale era stata “ceduta” l’ILVA.
Su Ansa si può leggere, infatti che, (oltre al mancato scudo legale e ai provvedimenti del tribunale di Taranto) “altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di Arcelor Mittal, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto”. “Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano”.
E, naturalmente, Confindustria scende in campo difendendo i padroni (del resto è il suo mestiere) e giustifica l’atteggiamento di Arcelor Mittal dichiarando che quanto sta succedendo è sola responsabilità di scelte irragionevoli e non meditate da parte del governo. Da più fronti (confindustria, lega e sodali, parte renziana del governo, sindacati …) si invoca il ripristino dello “scudo legale” cedendo al ricatto del colosso indiano dell’acciaio.
Pubblichiamo, grazie alla traduzione del Comitato Contro la guerra Milano, la prima parte di una lunga e interessante intervista rilasciata dal Presidente siriano Bashar Al Assad ai media locali.
Questo 23 ottobre, in manifestazioni e proteste di massa, centinaia e centinaia di migliaia di cileni in tutto il paese e all'estero hanno espresso il loro legittimo malcontento e hanno respinto la repressione e le briciole che il governo di Piñera ha promesso in queste ore.
Queste sono manifestazioni senza precedenti negli ultimi decenni e forse senza precedenti nell'ultimo ciclo storico del Cile.
Milioni di persone si sono mobilitate pacificamente per diversi giorni e tutto indica che le proteste e il malcontento non si fermano. Crescono
Il Cile esige e chiede cambiamenti adesso. E non misure cosmetiche.
Salutiamo e sosteniamo la chiamata fatta dalla MESA DE LA UNIDAD SOCIAL a uno sciopero generale che continuerà domani, giovedì. La giornata odierna è stata la massiccia risposta al pacchetto di misure annunciato da Piñera.
Riteniamo che i partiti politici che devono veramente ascoltare il popolo debbano sostenere questo spazio ampio, democratico e plurale di movimenti e organizzazioni sociali.
L'unico spazio per un dialogo legittimo e democratico è quello che considera, a parità di condizioni, la MESA DE LA UNIDAD SOCIAL. Il governo deve porre fine all'esclusione che cerca di imporre.
Fino ad oggi, il governo ha escluso ed emarginato il mondo sociale e popolare. È giunto il momento per lui di ascoltare davvero le maggioranze nazionali.
"Non sono 30 pesos, sono 30 anni di abusi": sindacalista spiega le proteste in Cile
AMERICA LATINA
22.10.2019
Di Sergio Pintado
da sputniknews.com
Trad. di redazione comunistibrescia.com
Le massicce proteste contro il governo di Sebastián Piñera continuano in Cile nonostante il coprifuoco e aggiungono uno sciopero nazionale convocato martedì da diversi sindacati. Il leader Esteban Maturana ha detto a Sputnik che non vi sono state mobilitazioni del genere dall'ultima dittatura cilena.
"In 30 anni, il Cile non ha vissuto un'esplosione di rabbia popolare come quella in cui vive adesso", Esteban Maturana, leader della Confederazione Nazionale della Sanità Comunale (Confusam), uno dei sindacati che ha chiesto uno sciopero nazionale contro la repressione che la polizia ha scatenato per le strade.
"Le proteste in Cile sono un serio avvertimento per le autorità"
Maturana ha spiegato che la mobilitazione era stata originariamente chiamata per lamentarsi della mancanza di un budget per la salute pubblica, ma lo stato di emergenza e il coprifuoco decretato dal governo cileno hanno portato a un cambiamento nella piattaforma di chiamata.
Il leader ha sottolineato il sostegno delle organizzazioni sociali alle proteste, che sono sorte spontaneamente tra gli studenti che usano la metropolitana di Santiago ogni giorno. Il fattore scatenante è stata la decisione del gruppo di esperti del trasporto pubblico (organo responsabile della determinazione degli aumenti) di introdurre un adeguamento al rialzo di 30 pesos cileni.