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ISTRUIAMOCI, AGITIAMOCI, ORGANIZZIAMOCI

Scritto da Giulio Palermo - Economista UNIBS.

ISTRUITEVI, AGITATEVI, ORGANIZZATEVI!

La crisi morde e i lavoratori sono carne da macello. Il vampiro del capitale non ha più lavoro da succhiare alla classe operaia ma ha sempre più sete. Sta lì, nell’angolo, a divorare se stesso, in attesa che i suoi luogotenenti ingiacchettati gli portino nuovo lavoro vivo di cui nutrirsi. Ma quel lavoro per ora deve rimanere rinchiuso in casa, in un mondo ormai deserto. Ancora per un po’ i lavoratori non possono tornare a piegarsi la schiena sotto le leggi del capitale. Non certo per il loro bene e nemmeno per quello dei singoli vampiri, che si dimenano furiosamente mentre si avvicina l’alba dell’insolvenza, ma per quello dell’intero mondo delle tenebre. Perché ormai il rischio è sistemico e il capitale ha paura che dalle rivolte spontanee possa veramente sorgere il sol dell’avvenir che spazzerà via tutto.

 

La Fase Due

Scritto da PCI Fed. Brescia.

 

 

Un' analisi di Lamberto Lombardi (Comitato Centrale PCI - Fed. Brescia)

La frenesia di arrivare subito alla cosiddetta Fase 2 della gestione dell'epidemia, ovvero ad una riapertura parziale e progressiva del Paese, riconosce alcuni motivi, se non nobili, comprensibili, ma purtroppo anche troppe pressioni esercitate dagli stessi soggetti la cui credibilità sta a zero dopo che sono stati protagonisti delle medesime pressioni affinchè manco si aprisse la Fase 1.

Sono pressioni destinate a far mancare la lucidità necessaria agli amministratori ormai poco avezzi a tenere a bada le intemperanze degli imprenditori, sono pressioni che hanno già causato migliaia di morti.

Quindi urge, fra gli umani, fare il punto di quello che si sa, delle conoscenze acquisite durante tutta questa crisi sanitaria, per poter porre con lucidità degli scenari credibilmente positivi agli italiani.

COVID-19, DAL TRAMONTO ALL'ALBA

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Riprendiamo, dal sito egalite.org, un'articolo sulle diverse strategie implementate nella risposta alla pandemia di Sars-2 e le diverse concezioni dei rapporti internazionali a firma di Dario Dongo (avvocato, Presidente Associazione Egalitè) e Maurizio Biena, della Segreteria PCI di Brescia.

COVID 19. DAL TRAMONTO ALL'ALBA

Dal tramonto all’alba, Ovest ed Est, Covid-19. Paesi guidati da paradigmi socio-economici diversi affrontano un identico problema.

1) Immagini

Le immagini delle ultime settimane segnano il tramonto, a Occidente. File di autocarri militari carichi di bare a Bergamo, ospedali al collasso lì come a Brescia e Milano, eroi della sanità al fronte senza scudi, anziani uccisi al Pio Albergo Trivulzio di Milano e in altre case di cura.

Vi sono poi le fosse comuni nell’isola artificiale di Hart Island (New York, USA) e i piazzali di Las Vegas (Nevada, USA) coi senzatetto inquadrati tra le strisce dei parcheggi.

Alle carenze strutturali di un fragile modello capitalista, incapace di prevedere il ‘cigno grigio’ Covid, si aggiunge la disattenzione agli avvertimenti diramati da Cina e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, o WHO) a partire dal 31.12.19.

2) Alba cinese

Wuhan, capitale della Provincia di Hubei (Cina), segnala a WHO il primo focolaio di SARS-CoV-2. In relazione a un’epidemia virale emersa probabilmente il 17.11.19, individuata tra metà dicembre e i primi giorni di gennaio 2020. (1)

Il governo cinese – dopo una prima serie di misure parziali di contenimento (es. chiusura mercato del pesce, distanziamento sociale) – istituisce la zona-rossa a Wuhan (11 milioni di abitanti, 1 milione in più dell’intera Lombardia), il 23.1.20. La misura viene poi estesa all’intera Provincia dell’Hubei (circa 60 milioni di abitanti, poco meno dell’Italia). Il 29.1.20, lo stato di emergenza di livello 1 (massima allerta) è esteso a 31 Province e 44 Prefetture del Paese.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 30.1.20, conferma di essere stata coinvolta con prontezza e si congratula con la Cina per l’efficienza dimostrata. (2) L’eventuale intempestività nella divulgazione delle notizie al grande pubblico si spiega del resto con esigenze tecniche (identificare un nuovo ceppo virale) e di salute pubblica (attuare un piano efficace, prevenire reazioni inconsulte dei cittadini).

Comunicato della Federazione Giovanile di Brescia

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Con riferimento all'intervento della Segreteria Provinciale del 4 aprile 2020 riteniamo necessario proseguire la riflessione sulla ripresa delle attività produttive. 

Il contesto che man mano prende forma all'orizzonte si dimostra tutt'altro che roseo per la nostra già traballante economia. Il rischio che il Paese vada verso la più grave recessione economica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale si sta purtroppo materializzando.

Lo Stato e lUnione Europea dispongono di risorse economiche e finanziare forse a malapena sufficienti per far fronte alle conseguenze, dirette e indirette, che questa emergenza sanitaria comporta. Inoltre, come affermato nel comunicato, non possiamo e non vogliamo rassegnarci ad un futuro da "sussidiati" per noi e i nostri figli, ad una classe lavoratrice che si vuole ridotta ad esercito industriale di riserva per le multinazionali che verranno a fare "shopping" di marchi, brevetti, "eccellenze" e maestranze, imponendo ulteriore moderazione salariale e aumento dei ritmi di lavoro con il ricatto delle delocalizzazioni. 

Le rotte della "Via della Seta" della salute

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Di Diego Angelo Bertozzi*

Da http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/le-rotte-della-via-della-seta-della-salute/

L’emergenza sanitaria creata dalla diffusione pressoché globale del Covid-19 ha distolto – e lo farà ancora per qualche mese – la nostra attenzione da quanto avviene, in relazione ai rapporti di forza, sullo scenario internazionale. Di fatto ci siamo posti in una sorta di quarantena o coprifuoco intellettuale, quasi scordandoci che il mondo non si è fermato e superpotenze come la Cina popolare, la prima vittima del virus, data per spacciata, o almeno destinata ad un lunga parentesi di degenza post-operatoria, ha ripreso, dopo un trimestre di sofferenza (e anche di ostracismo dai toni razziali) il ruolo di primo attore, compiendo passi importanti persino in settori tradizionalmente ostici come quelli del soft power e dei diritti umani, con specifico riferimento alla salute. Ha ripreso il lento ma continuo movimento di erosione del sistema internazionale a trazione occidentale/statunitense, che era uscito vincitore da mezzo secolo di guerra fredda. È quindi comprensibile che recentemente la prestigiosa rivista statunitense Foreign Affairs abbia osservato con preoccupazione possibili sviluppi negli equilibri internazionali rispolverando eventi, come quello di Suez del 1956, che hanno dato immediata concretezza e visibilità a ciò che carsicamente stava da tempo avvenendo: “con centinaia di milioni di persone che ora si isolano in tutto il mondo, la nuova pandemia di coronavirus è diventata un evento veramente globale. E mentre le sue implicazioni geopolitiche dovrebbero essere considerate secondarie rispetto alle questioni di salute e sicurezza, tali implicazioni potrebbero, a lungo termine, avere importanti effetti, specialmente per quanto riguarda la posizione globale degli Stati Uniti. Gli ordini globali hanno la tendenza a cambiare gradualmente all’inizio e poi tutto in una volta. Nel 1956, un intervento fallito a Suez ha messo a nudo il declino della potenza britannica e ha segnato la fine dell’epoca del Regno Unito come potenza globale. Oggi i politici statunitensi dovrebbero riconoscere che se gli Stati Uniti non si alzano per affrontare il momento, la pandemia di coronavirus potrebbe segnare un altro momento di Suez”[1]. Il messaggio è molto chiaro: il rischio è che Washington non sia in grado di dare una risposta globale, arretri nella sua immagine di potenza benigna, per lasciare il campo a Pechino, legittimando quest’ultima nel ruolo di principale fornitore di un bene comune inestimabile quale la salute e ponendosi come attore trainante in una fase di rilancio della economia mondiale.

I medici lombardi denunciano le inadempienze della Giunta Regionale e chiedono tamponi ai lavoratori.

Scritto da PCI Fed. Brescia.

Anche l'ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della Lombardia, in una lettera aperta all'amministrazione regionale, della quale riportiamo uno stralcio, denuncia inadempienze, errori e incapacità della Giunta Fontana e chiede tamponi a tappeto sui luoghi di lavoro e sul personale che verrà fatto rientrare quale unica soluzione per controllare l'epidemia e consentire la ripresa delle attività . 

#fontanadimettiti

#sanificarelapolitica

#lavorareinsicurezza

"Ricordiamo, a titolo di esempio non esaustivo:

1) La mancanza di dati sull’esatta diffusione dell’epidemia, legata all’ esecuzione di tamponi solo ai pazienti ricoverati e alla diagnosi di morte attribuita solo ai deceduti in ospedale. I dati sono sempre  stati presentati come “numero degli infetti” e come “numero dei deceduti” e la mortalità calcolata  è quella relativa ai pazienti ricoverati, mentre il mondo si chiede le ragioni dell’alta mortalità  registrata in Italia, senza rendersi conto che si tratta solo dell’errata impostazione della raccolta dati che sottostima enormemente il numero dei malati e discretamente il numero dei deceduti. 

L'ECCELLENZA LOMBARDA DIVENTA UN ESEMPIO DI INEFFICIENZA STUDIATO A LIVELLO INTERNAZIONALE

Scritto da PCI Fed. Brescia.

L'ECCELLENZA LOMBARDA DIVENTA UN ESEMPIO DI INEFFICIENZA STUDIATO A LIVELLO INTERNAZIONALE

 

Un interessante articolo pubblicata dalla Harward Businnes Review che mette in risalto, al netto delle difficoltà e insidie insite nella gestione di un'epidemia, come il "modello italiano" di reazione e risposta sia stato, in generale ma particolarmente in Lombardia, inefficace e lento a causa di appesantimenti burocratici ma soprattutto di pregiudizi cognitivi, leggerezze, incapacità di ammettere gli errori e rimediare agli stessi e calcoli politici degli amministratori chiamati a prendere decisioni in materia di salute pubblica.

Da leggere con attenzione.

 

È sempre più chiaro che Fontana e la sua giunta si devono dimettere e la regione commissariata (e farsi giudicare da un tribunale #innomedelpopoloitaliano).

 

#fontanadimettiti

 

LEZIONI DALLA RISPOSTA DELL'ITALIA AL CORONAVIRUS

 

Da Harward Businnes rewiev

https://hbr.org/2020/03/lessons-from-italys-response-to-coronavirus

 

Trad. di redazione comunistbrescia.org

 

Mentre i politici di tutto il mondo lottano per combattere la rapida pandemia di Covid-19, si trovano in un territorio inesplorato. Molto è stato scritto sulle pratiche e le politiche utilizzate in paesi come Cina, Corea del Sud, Singapore e Taiwan per reprimere la pandemia. Sfortunatamente, in gran parte dell'Europa e degli Stati Uniti, è già troppo tardi per contenere il Covid-19 nella sue prime fasi, e i politici stanno lottando per tenere il passo con la pandemia in espansione. Nel fare ciò, tuttavia, stanno ripetendo molti degli errori commessi all'inizio in Italia, dove la pandemia si è trasformata in un disastro. Lo scopo di questo articolo è di aiutare i politici statunitensi ed europei a tutti i livelli a imparare dagli errori dell'Italia in modo che possano riconoscere e affrontare le sfide senza precedenti presentate dalla crisi in rapida espansione.